Anche il sosia di Giuseppe Verdi ha firmato la petizione per candidare la vera pizza italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, è accaduto a la Ferruccia in provincia di Pistoia. Coldiretti Giovani Impresa ha organizzato un evento per incrementare il già proficuo numero di cittadini sottoscrittori della petizione, sostenuta dalla rete Coldiretti e lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde.

“A Pistoia abbiamo aggiunto ulteriori 100 firme all’appello -spiega Paolo Giorgi, delegato Coldiretti Giovani Impresa Pistoia e Toscana-, portando il contributo della provincia a 3 mila firme”.

La raccolta firme, svoltasi nell’ambito della Festa di Sant’Antonio Abate, ha visto tra i firmatari anche un sosia di Giuseppe Verdi che con barba, tuba in testa e sopra un calesse (vedi foto) ha firmato il modulo che Paolo Giorgi gli ha sottoposto. E così a difendere la qualità dell’arte della pizza c’è il sosia di uno dei massimi simboli dell’arte musicale italiana. Il sosia di Giuseppe Verdi in realtà si chiama Giuseppe Vichi è di Montale, e allieta con la sua presenza matrimoni e feste.

L’obiettivo della petizione è difendere la nostra pizza che deve essere composta di farina, olio extravergine, pomodoro e mozzarella italiana, dalle tante imitazioni in giro per il mondo. È importante che nei prossimi mesi, in vista dell’Expo dedicato all’agricoltura che aprirà i battenti a Milano a maggio, “avvenga la formalizzazione al Comitato Intergovernativo dell’Unesco -spiega Giorgi- della candidatura dell’Arte della pizza, come patrimonio immateriale dell’umanità. Siamo contenti che i cittadini pistoiesi e toscani tutti abbiamo dato il loro contributo importante”.

Comunicato stampa