Il sig.Lorenzo Puccinelli Sannini, segretario del’associazione Destra Domani, ci invia questo interessante articolo che volentieri pubblichiamo :

“Quanto segue è stato pubblicato su www.ilmessaggero.it, la versione on-line del quotidiano romano
in data 19 novembre 2014, nonché, in versioni leggermente modificate nella forma ma non nella sostanza, su molte altre testate italiane.

“Sta sollevando polemiche ad Adria (Rovigo) il caso di una studentessa dell’istituto alberghiero che ha ricevuto una ammonizione scritta dal preside dopo aver sostenuto che gli immigrati «fanno morire di fame chi è nato in Italia: lavorando per un tozzo di pane riducono sul lastrico i lavoratori italiani».
L’episodio è avvenuto, come riportano i giornali locali, durante un incontro a scuola sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. «L’ammonizione – puntualizza il preside Romano Veronese – è stata data esclusivamente per i toni e l’atteggiamento poco rispettoso nei confronti dei relatori con cui la studentessa ha accompagnato le parole, non per i contenuti espressi»”.

Voglio augurarmi che il provvedimento disciplinare sia stato davvero comminato per il tono utilizzato dalla giovane e non per quanto da lei affermato. E questo non perché il pensiero espresso sia condivisibile o meno ma perché, almeno fino ad oggi, anche in Italia esiste la libertà di esprimere il proprio pensiero. A conferma di quanto detto, riporto alcuni articoli appartenenti a varie Carte Costituzionali, compresa quella italiana:

Disciplina della libertà di manifestazione del pensiero
Fondamenti nelle Costituzioni
Questa libertà è riconosciuta da tutte le moderne costituzioni. Ad essa sono inoltre dedicati due articoli della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948:
Art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
La libertà di espressione è sancita anche dall’art. 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ratificata dall’Italia con l. 4 agosto 1955, n. 848:
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
L’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana
L’art. 21 della Costituzione stabilisce che:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Come si può facilmente evincere da quanto sopra riportato, chiunque è libero di esprimere al prossimo il proprio pensiero senza alcun timore di essere soggetto a ritorsioni. Naturalmente è opportuno parlare civilmente senza usare termini oltraggiosi od offensivi, altrimenti si rischierà di essere denunciati per oltraggio.
Non risulta tuttavia che la studentessa in questione sia ricorsa al turpiloquio ed infatti non ha subito alcuna denuncia, solo un provvedimento disciplinare sanzionato dal Preside della scuola da lei frequentata, per essersi espressa con tono ed atteggiamenti poco rispettosi nei confronti dei relatori.
Se così è stato, tutto bene: è infatti opportuno che i giovani imparino a rispettare il prossimo.
Tuttavia non riesco a scacciare dalla mente un pensiero che continua ad infastidirmi.
Se le parti fossero state rovesciate, cioè se la giovane avesse imprecato contro un ipotetico relatore che avesse affermato che gli immigrati costituiscono un danno per il popolo italiano, anche in questo caso il Preside l’avrebbe sanzionata? Non sarà per caso che nel nostro Bel Paese chiunque si permetta di esprimere un’opinione contro corrente, un’opinione che esca dal quel filone di buonismo di stato così pervicacemente espresso dai massimi esponenti delle istituzioni come ad esempio l’onorevole Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, rischi di essere punito?
Spero proprio di no; perché se così fosse, vorrebbe dire che nel nostro Paese vengono disattese anche le regole costituzionali, cosa che generalmente accade solo nei regimi totalitari”.

Lorenzo Puccinelli Sannini

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