Si rinnova la convenzione per monitorare e fare manutenzione nel bacino della Lima

 

Coldiretti: un’esperienza che deve essere utilizzata in altri contesti per un reale (e duraturo) rilancio della montagna

 

Gli appennini Pistoiesi fungono da spartiacque, da un lato i fiumi finiscono in Adriatico, a cominciare dal Reno che, abbandonata la Toscana, scorre in Emilia. Sull’altro versante, le acque scorrono verso il Tirreno e quindi vanno verso la lucchesia, a cominciare da tutto il reticolo idrico del fiume Lima, che rientra nel bacino più ampio del Serchio (115.000 ettari di superficie e 1.500 chilometri di reticolo idrico).

Attorno al bacino del Serchio è nato sin dal 2006 (e continua) il progetto Agricoltore Custode del Territorio: lavorare in prevenzione per vincere in risparmio ed efficacia, un sistema che dà all’agricoltore montano il ruolo di ‘sentinella’ del reticolo idrico e la possibilità di effettuare piccoli interventi di manutenzione. Un progetto in convenzione tra consorzio di Bonifica Toscana Nord e L’Unione Comuni Media Valle del Serchio a cui aderiscono ben 8 aziende pistoiesi di Cutigliano, San Marcello, Piteglio, Abetone.

Giovedì 17 luglio 2014, si è rinnovata la convenzione tra aziende e consorzio. “Per ridurre la dannosità delle calamità in montagna e pianura è fondamentale la manutenzione costante del territorio -spiega Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia-. Questa è facilitata dal mantenimento delle attività produttive agricole in altura. L’esperienza dell’Agricoltore custode va in questa direzione, e ha coinvolto tante aziende Coldiretti di Pistoia e di Lucca. Una condotta che va incrementata e trasferita ad altri territori e altri comparti”.

Come funziona l’Agricoltore Custode del Territorio. Le imprese agricole coinvolte monitorano e controllano il territorio assegnato (che rientra o è prossimo alla superficie aziendale). Riferiscono all’ente (consorzio-unione comuni) e in base alle segnalazioni e necessità effettuano piccoli interventi di manutenzione (ripulitura da vegetazione o tronchi d’albero dell’alveo dei corsi d’acqua, per esempio) impiegando lavoro proprio o dei familiari, di materiali e mezzi a basso impatto ambientale e macchine ed attrezzature di proprietà.

Per queste attività, l’agricoltore riceve un compenso fisso per il costante monitoraggio e per l’attività di segnalazione, e una parte variabile a seconda degli interventi di manutenzione che effettua.

Un sistema virtuoso che va replicato a tutti i livelli -spiega Tropiano-. Le aziende pistoiesi coinvolte nel progetto ne traggono una integrazione al reddito e hanno un’esperienza ‘certificata’ che altri enti pubblici possono sfruttare. La pratica fa risparmiare e deve essere estesa”. Altri imprenditori agricoli interessati possono contattare gli uffici zona Coldiretti, per avere informazioni su come partecipare ai bandi e come aggregarsi per ottenere affidamenti di attività dagli enti.

Il coinvolgimento degli agricoltori nella gestione del territorio dà all’azienda integrazione al reddito e benefici per tutti i cittadini: l’impresa agricola ottimizza l’uso delle risorse. Tempo: il monitoraggio sistematico degli alvei viene fatto dall’agricoltore durante la normale attività aziendale; mezzi agricoli: si usano i trattori in periodi non necessari all’attività agricola.

 

Un risparmio oggettivo che si spalma sull’ente pubblico e, in definitiva, su tutti i cittadini. “Sono queste le attività che occorre incrementare, favorendo la partecipazione delle aziende alla manutenzione per i comuni e i consorzi -auspica Tropiano-. Per rilanciare la montagna servono queste iniziative, forti nella quotidianità”. 

Comunicato stampa