Mentre Pescia sprofonda in una crisi economica, morale e sociale senza precedenti assistiamo giornalmente, non solo al suo triste degrado, ma come continuino come in una palestra del nonsenso, le schermaglie politiche tra opposte fazioni tese a magnificare l’operato di alcuni e denigrare quello di altri. Un botta e risposta infinita che è solo una polemica sterile fine a se stessa senza che vengano affrontate, una volta per tutte, le varie problermatiche con un progetto fattibile e concreto che veda il concorso delle realtà economiche, politiche e sociali per far risollevare il nostro territorio comunale dalla triste situazione esistente che è sotto gli occhi di tutti. Il commercio appare quasi competamente distrutto, basta andare in Piazza Mazzini, una volta cuore pulsante dell’economia cittadina, per rendersi conto di come molti esercenti abbiano chiuso le loro botteghe, anche storiche, per non parlare delle altre zone del nostro territorio comunale. L’industria e l’artigianato, o quel poco che ne è rimasto, sopravvive per il coraggio di alcuni imprenditori sempre più sacrificati tra tasse crescenti e astruse normative burocratiche, la floricoltura è in crisi e non decolla nemmeno il turismo che potrebbe attrarre centinaia di migliaia di visitatori annui sia con il nuovo parco di Pinocchio, sia con la riscoperta di Pescia come città della cultura e del’arte e la valorizzazione della montagna pesciatina con le sue bellezze naturalistiche e ambientali. Inoltre urge la riscoperta delle peculiarità enogastronomiche dei prodotti d’eccellenza locali, oltre il già noto fagiolo di Sorana, come l’asparago grosso di Pescia (perché non si costituisce un’associazione per la sua tutela, produzione e commercializzazione ?) , dei vini autoctoni come il trebbiano, colombano, buriano, cignanese e barbarossa già decantati nel ‘600 da Placido Puccinelli nelle sue Memorie di Pescia , la valorizzazione di antichi piatti come la cioncia, i necci con le foglie e riproporre la produzione della Mostarda Natali, oggi scomparsa, vera specialita pesciatina ? Nessun incentivo per il commercio, l’area del Magro,ove potrebbero esser fatti grandi parcheggi, si trova in completo degrado abbandonata a se stessa, somigliante alle macerie di un bombardamento dell’ultima guerra, le strade e i giardini spesso non curati e invasi da erbacce. Ma è questa l’immagine che vogliamo dare della nostra Citta ? Vagabondi e perditempo di ogni etnia bivaccano ovunque, persino sul gradino del Santuario di Piè di Piazza, mentre centinaia di estracomunitari vivono, non si sa come, in appartamenti del centro storico a quanto si dice ammassati in una promiscuità che,come sottolineato da un comitato di recente costituzione, genera tra i residenti un profondo senso di insicurezza, a causa di frequenti episodi di liti e possibile. mancanza di regole sanitarie? A Pescia c’è bisogno di un netto cambio di tendenza : perché non si sono reperite a suo tempo nuove aree artigianali e industriali a sud del nostro territorio che, nel rispetto della sostenibilità ambientale, avrebbero permesso l’occupazione di circa 200 giovani, ora costretti alla disoccupazione o a lunghi pendolarismi. E perché non pensare a livello turistico e ambientale di rendere navigabile la Pescia tra la cascatella a sud della passarella Sforzini sino al Ponte Europa che sarebbe un’enorme attrattiva turistica, oltre a un luogo di riposo e svago per i nostri cittadini ? Non si può fare ? Vadano a rileggersi la vostra storia e quella del ‘’mare sulla Pescia’’ dell’architello Giulio Bernardini che nel 1886 rese navigabile il tratto di fiume tra il ponte di S.Francesco e quello del Duomo. E’ l’ora di rimboccarsi le maniche, avere le idee chiare con persone giovani e qualificate. Sarebbe l’ora, superando le inutili polemiche del ‘’Pescia contro Pescia’’di fare fiducia a persone nuove e motivate, pensionando, con il voto, coloro che da decenni sono impegnati a livello amministrativo e ci hanno ridotto in queste tristi condizioni. Per la rinascita di Pescia è l’ora di finirla delle insulse polemiche e dei personaggi sulla scena da molti decenni e aprire una una nuova prospettiva, una nuova finestra a dove, come nell’imminente primavera entri in una giornata di sole una ventata di aria pura e frizzantina.

Ilp