Le liste d’ attesa nel nostro Ospedale e nella Sanità pubblica sono ancora troppo lunghe, nonostante le promesse tante volte fatte e mai mantenute.
In questo modo, i pazienti oggi o si rivolgono al “privato” (cosa che non tutti possono o vogliono fare), oppure sono costretti ad aspettare, con un ritardo evidente e rischioso, la presa in carico dei loro problemi.
Tutto questo è inaccettabile e bisogna dunque intervenire finalmente in maniera concreta sul problema e l’ unico modo serio per farlo è operare investimenti adeguati sul personale e su strumentazioni sanitarie. Con la possibilità allora di intervenire anche sugli orari dei servizi prolungandoli, se necessario, fino a tarda sera e nei giorni festivi, come già avviene in altre Regioni dove infatti il problema incide molto meno che da noi.
Non convince invece l’ ipotesi di intervenire sulla attività “intra-moenia” dei medici ospedalieri, lanciata dagli stessi vertici regionali, che sembra avere un sapore propagandistico più che un effetto reale. Non è difficile capire, infatti, che l’ effetto principale sarebbe quello di “costringere” nel Servizio pubblico medici sempre più demotivati, pronti a trasferirsi nel “privato” alla prima occasione utile.
E si approfondirebbe ancora di più il solco fra due diversi tipi di Sanità, uno di serie A e uno di serie B, e la Sanità pubblica purtroppo non sarebbe certo quella di serie A.

Comunicato stampa