IL NUOVO PIANO DI CLASSIFICA
I criteri della ripartizione in Unità Idrografiche Omogenee (U.I.O.): le novità per i territori e per i consorziati

Pisa, 21 luglio 2016

Nessuno ha mai pensato che riunire 3 enti che fino al 2012 erano stati autonomi fosse facile e priva di ostacoli, ma un’operazione lunga e complessa, piena di cambiamenti e modifiche a certi assetti e usanze consolidate.
La presentazione del Piano di Classifica, strumento che nasce insieme ai Consorzi, è il nuovo documento che definisce la ripartizione dei territori, degli immobili e del perimetro di contribuenza, uno degli ultimi atti per l’unificazione di un’area vasta ma soprattutto molto diversa, ha suscitato notevole clamore e persino qualche paura infondata. Tutti gli immobili che ricadono all’interno del perimetro di contribuenza del Consorzio hanno l’obbligo di partecipare alle spese necessarie al raggiungimento dell’obiettivo primario di questo ente: la salvaguardia idraulica e la sicurezza dei cittadini.
Con deliberazione del 24 marzo 2015 n.25 della Regione Toscana, il Piano di Classifica è stato redatto seguendo le linee guida che la Regione ha tracciato in accordo con Urbat (Unione regionale bonifiche della Toscana) e con UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) e integrato da rappresentanti delle amministrazioni provinciali.
Le Linee Guida avevano l’obbligo di uniformare la metodologia per la determinazione del beneficio e individuare il perimetro di contribuenza per il calcolo del contributo consortile e di riparto del ruolo su tutto il territorio della Toscana al fine di garantire un’azione impositiva omogenea e corretta. Le Linee Guida, che prima dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale sono state oggetto di sperimentazione sugli ex comprensori di bonifica così come definiti dalla abrogata L.R. 34/1994, hanno costituito il documento di riferimento per la predisposizione del Piano di Classifica, per il quale sono state seguite pienamente le indicazioni riportate seguendo quanto suggerito dall’articolo 22, comma 2, lettera c della L.R. 79/2012.
Il Piano di Classifica ha introdotto alcune novità, come il concetto di centro di costo, la separazione della contribuzione del mondo agricolo e di quello extra-agricolo e, più in generale, delle linee guida regionali per garantire l’uniformità del tributo su tutto il territorio regionale.
Vediamole nel dettaglio.
Il centro di costo, definito Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.), è una porzione di territorio con caratteristiche omogenee sotto il profilo idrogeologico, orografico e socio-economico. L’elemento innovativo della legge regionale è l’introduzione di un legame indissolubile tra il fabbisogno di una determinata area e le risorse per soddisfarle. In parole povere, ogni zona sarà chiamata a contribuire in ragione delle attività programmate sul proprio territorio e avrà contezza del fatto che le risorse verranno spese sul medesimo territorio da cui sono state drenate.
Nel Consorzio 4 Basso Valdarno sono state individuate quattro U.I.O.: l’Area Pisana, le Colline della Valdera, la zona di Egola e Montalbano e la Val di Nievole.
L’Area Pisana è una zona prevalentemente pianeggiante, caratterizzata dalla presenza di un fitto reticolo di bonifica e dalla presenza di numerosi impianti per il sollevamento meccanico delle acque. Le problematiche di questa zona sono legate alla scarsa capacità di deflusso dei canali e alla mancanza di quote sufficienti per garantire un rapido deflusso delle acque in caso di eventi meteorici; da un punto di vista socio economico e demografico, si tratta di una piana fortemente antropizzata e ricca di infrastrutture viarie. È delimitata a Nord dal Fiume Serchio, a Ovest dal mare e a Sud-Est dal canale Scolmatore dell’Arno.
Le Colline della Valdera, a differenza della precedente, è un’area a carattere prevalentemente rurale, con deflussi quasi totalmente a scolo naturale, ad eccezione di una ridottissima superficie in prossimità dello sbocco del canale Scolmatore, in prossimità della città di Livorno. Da un punto di vista idrografico, presenta numerosi corsi d’acqua che raccolgono le acque delle colline e le convogliano nello Scolmatore, nella zona occidentale, o nel Fiume Era, nella zona orientale. Le problematiche di questo reticolo sono legate alla presenza di tratti arginati e ad una stretta convivenza di corsi d’acqua non arginati e campi coltivati, prevalentemente in maniera estensiva. Soprattutto nella parte sud-orientale è caratterizzata da un elevatissimo numero di opere di regimazione idraulica, che sono un’importante eredità dell’ex Consorzio di Bonifica Integrale della Valdera, che operò nella zona di Volterra fino agli anni ’70.
Egola e Montalbano rappresentano una simmetria particolare attorno all’asta del Fiume Arno, nella zona orientale del comprensorio. È una zona caratterizzata dalla presenza di numerosi canali di bonifica o corsi d’acqua ad essi assimilabili. Da un punto di vista socio-economico è rilevante la presenza di un sistema industriale piuttosto sviluppato, sia in destra che in sinistra del Fiume Arno, nonché la presenza di significative estensioni di coltivazioni arboree di pregio e, seppure in maniera meno preponderante rispetto ad altre zone, di zone boscate. È delimitata a Nord dallo spartiacque del cratere palustre del Padule di Fucecchio e a Sud-Ovest dallo spartiacque del Fiume Era.
Il quarto centro di costo individuato è quello della Val di Nievole: si tratta della zona a monte del cratere palustre, confinata a Nord dalla presenza dei rilievi dell’Appennino Pistoiese. È una zona con lunghi corsi d’acqua che si sviluppano prevalentemente lungo la direttrice Nord-Sud, arginati e che, scendono dalla montagna, con piene molto rapide, e attraversano una fitta fascia urbanizzata per immettersi infine nel cratere palustre. Da un punto di vista economico è rilevante l’attività che ruota intorno al mondo della floricoltura e del vivaismo.
La seconda novità introdotta riguarda una separazione della quota di contribuzione da ripartire tra gli immobili accatastati come fabbricati e quelli accatastati come terreni, al fine di garantire equità e trasparenza. Tale separazione viene operata tenendo conto sia delle estese superfici dei terreni (e dei valori relativamente modesti) che degli elevati valori immobiliari dei beni accatastati dell’urbano (e delle superfici relativamente ridotte). Per evitare tali squilibri, è stato introdotto un coefficiente di caratterizzazione territoriale, che misura il grado di urbanizzazione della U.I.O. I valori di tale coefficiente sono stati determinati da un gruppo di lavoro che ha visto coinvolti tutti e 6 i Consorzi toscani e che ha permesso di procedere in maniera univoca su tutto il territorio regionale.
Ma l’elemento veramente innovativo della legge regionale è l’emanazione di Linee Guida, approvate dal Consiglio Regionale, che definiscono molto dettagliatamente la matrice del nuovo Piano di Classifica.
Come per i Piani di Classifica in vigore nei 3 ex-Consorzi, il calcolo del tributo di si basano sulla combinazione di indici di natura idraulica e indici economici, anche se l’applicazione è stata notevolmente modificata nel nuovo concetto di ripartizione dei costi.
Gli elementi cardine per il calcolo del tributo sono essenzialmente tre: il beneficio (ovvero un immobile paga in ragione del beneficio che riceve), il valore dell’immobile (l’attività del Consorzio deve mantenere o incrementare il valore dell’immobile) e la spesa da ripartire (che viene determinata annualmente dall’Assemblea consortile sulla base del fabbisogno di ogni singola U.I.O.).
Per quanto attiene il beneficio, la L.R.79/2012 ha messo un punto fermo sulla sua definizione. Oltre ad aver chiarito che il beneficio deve essere diretto e specifico ha individuato tre tipologie: il beneficio di presidio idrogeologico (ovvero di mantenimento del reticolo di gestione e delle opere su di esso insistenti), il beneficio di natura idraulica (inteso come prevenzione dagli allagamenti o come utilizzo del reticolo per i convogliamento di reflui depurati) oppure il beneficio irriguo (non presente all’interno del perimetro del Consorzio.
Gli indici che rappresentano il territorio e le sue specificità, ovvero l’indice di fragilità idraulica, l’indice di fragilità geomorfologia, l’indice di comportamento al deflusso, l’indice di utilizzazione del suolo, l’indice di permeabilità e l’indice di declività, sono stati analizzati sulla base di dati regionali o di altri Enti a carattere sovraordinato (Piano di Bacino, PTC,…).
Per l’indice di intensità manutentiva, al contrario, sono state mappate le principali attività manutentive a carattere ordinario per individuare le zone dove l’attività di manutenzione è più intensa (per la presenza di una maggiore densità di reticolo o di zone urbanizzare, per la presenza di opere lineari o puntuali necessitanti di manutenzione frequente, per la presenza di recettori sensibili,…). La combinazione di questi elementi ha permesso di caratterizzare il territorio dal punto di vista del beneficio.
Il secondo elemento che permette di calcolare il tributo consortile è l’indice economico. In questo caso, la Regione ha introdotto un’altra novità: l’elemento centrale del calcolo è il valore economico e non più la rendita. In generale, la rendita catastale viene rivalutata mediante un coefficiente moltiplicatore ed un coefficiente di rivalutazione ed il risultato di questa operazione costituirà la base economica per il calcolo del tributo.
Ora che sappiamo come calcolare la ripartizione dei tributi analizziamo l’ammontare dei costi totali e la loro suddivisione.
La specifica analisi delle attività da svolgere su ogni singola U.I.O., che verrà raccolta e descritta nel Piano delle Attività di Bonifica, costituirà il fabbisogno di ogni singolo centro di costo. L’Assemblea Consortile, in sede di approvazione del Bilancio di Previsione, sulla scorta dello studio della sostenibilità economica e finanziaria del fabbisogno, provvederà a stanziare le risorse per l’anno di contribuenza. Definiti gli importi per ogni singolo centro di costo, vengono ripartite le spese di funzionamento dell’Ente in proporzione alle spese per lavori. Questo meccanismo di ripartizione delle spese di funzionamento rappresenta un nuovo elemento di novità della legge regionale: ripartendo le spese di funzionamento in proporzione ai lavori, viene sancito il principio per cui, se in un centro di costo non verranno effettuati lavori, o se più in generale un immobile non trae beneficio per lavori, altrettanto nulla sarà la contribuzione per le spese generali.

Nella riorganizzazione generale delle competenze, con la L.R. 79/2012 la Regione ha di fatto affidato ai Consorzi la gestione della Manutenzione di alcuni tratti fluviali che non avevano specifiche competenze: se da un lato questo ha comportato un aumento dei costi di gestione dall’altro potrà portare a un maggior beneficio nel tempo per la sicurezza di tutti i cittadini.

I Piani di Classifica che sono stati in vigore fino ad oggi non rispondevano più a una situazione che nel corso degli ultimi 20 anni è notevolmente cambiata, sia per quanto riguarda ampi territori che hanno visto nettamente cambiare la loro vocazione passando da agricoli a zone urbane o semi-urbane, sia per quanto riguarda il mutamento delle tipologie di coltivazioni e di sviluppo economico e commerciale. Quindi questo nuovo Piano di Classifica, accanto alla ricerca dell’omogeneità, ha cercato di fotografare la situazione attuale, non più soggetta ad una amministrazioni circoscritta ma rispondente a un quadro generale che coinvolga senza favoritismi tutte le realtà che ricadono nel perimetro consortile per una ripartizione più equa dei costi. Infatti, accanto ad aumenti per alcune categorie, è possibile notare una diminuzione del tributo a carico di altri possessori, variazioni differenti a seconda della U.I.O. di appartenenza e per categorie diverse.

Analoghe modalità di suddivisione e di scelta contributiva applicate al nuovo Piano di Classifica sono state adottate anche dagli altri consorzi regionali, Toscana Nord, Toscana Costa, Toscana Sud e Alto Valdarno, segno dell’ottimo e capillare lavoro che è stato svolto dai tecnici del consorzio in collaborazione con gli atenei.

L’accentramento dei Consorzi voluto dalla Regione Toscana porta inevitabilmente a una riorganizzazione delle funzioni e delle competenze. Non è più pensabile ad esempio l’assegnazione dei lavori alle ditte e alle associazioni professionali per l’esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria lasciata ai singoli ex-consorzi, ma dovrà, anche per necessità burocratiche, di trasparenza amministrativa e per le sopraggiunte assegnazioni da parte della Regione per la manutenzione dei tratti fluviali di II categoria, essere accorpata, centralizzata e resa il più possibile omogenea per tutto il territorio, fermo restando che le sedi distaccate, presidi essenziali, inalienabili e insostituibili a tutela del territorio, mantengono in pieno non solo la loro ubicazione ma hanno autonomia per le decisioni di carattere locale e il controllo effettivo delle opere eseguite.

Adottato lunedì 11 luglio dall’Assemblea Consortile, il nuovo Piano di Classifica passerà al vaglio della Regione Toscana che lo approverà il 20 settembre p.v.

Marco Monaco, presidente del Consorzio 4 Basso Valdarno “Abbiamo fatto ciò che le Linee Guida ci chiedevano di fare, ADESSO IL CONSORZIO PAGA SOLO IL BENEFICIO CHE L’ATTIVITA’ DI BONIFICA APPORTA AL SUO PATRIMONIO.
Un immobile può subire un aumento o una diminuzione di tributo, tutto dipende da quante opere ed attività sono svolte a tutela dell’immobile stesso. Più l’attività manutentiva è spinta e più un immobile avrà un tributo crescente.
La previsione delle quattro U.I.O. ha comportato una perimetrazione delle stesse non coincidente con i perimetri dei vecchi comprensori, è però del tutto evidente che la spesa complessiva dei consorziati sia identica se si fosse continuato ad adottare i vecchi piani anziché il nuovo, tutto ciò a testimonianza che non vi è alcun aumento ma esclusivamente una nuova e più equa redistribuzione del gettito dragato”.

Ufficio Comunicazione
Consorzio 4 Basso Valdarno

Comunicato stampa