Ungulati: la legge obiettivo è nella giusta direzione, ma va migliorata la caccia selettiva. Il caso di Magni Piante

Secondo il presidente Sandro Orlandini «il prelievo selettivo non funziona ancora come dovrebbe, anche per responsabilità di alcuni cacciatori che colpiscono solo i maschi, però non è in discussione». L’azienda vivaistica Magni Piante di Pistoia, danneggiata per 10 mila euro da caprioli, ha chiesto a giugno un abbattimento ex art. 37 della legge quadro regionale sulla caccia, ma non è ancora stato effettuato. 

 

«Non entro nel merito della disputa fra Confederazione cacciatori toscani e Regione sulle cifre esatte degli abbattimenti prima e dopo la legge obiettivo sugli ungulati voluta dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi e da noi appoggiata. Ma i cacciatori stanno strumentalizzando qualche lacuna, soprattutto applicativa, di tale norma per un ritorno al passato e per un bomba libera tutti sulle braccate o battute di caccia in squadre. La Confederazione italiana agricoltori chiede invece l’opposto: andare avanti con maggiore determinazione nell’applicazione e perfezionamento dei meccanismi di tale legge».

E’ quanto dichiara il presidente di Cia Pistoia, Sandro Orlandini, che è anche membro delle commissioni “ungulati” e “danni” dell’Ambito territoriale di caccia di Pistoia, in merito alle polemiche di questi giorni sulla legge obiettivo per la gestione degli ungulati (legge regionale n. 10 del 2016).

Orlandini ammette che su alcune critiche i cacciatori hanno ragione: «il prelievo selettivo non funziona ancora come dovrebbe e ci sono delle rigidità da parte di Ispra. In particolare sulle limitazioni orarie della caccia di selezione, che impediscono di intervenire di notte». E su questi e altri aspetti Cia è pronta a confrontarsi, come ha scritto ieri il presidente regionale Brunelli, con tutte le parti interessate. «Ma fra le rigidità – aggiunge Orlandini sulla scia del livello regionale – vanno ricordate anche quelle riguardanti la possibilità di ricorrere ai cosiddetti “chiusini” e altri sistemi di trappolaggio, senza sparare. E non vanno sottaciute le responsabilità di alcuni cacciatori che, quando cacciano nelle aree non vocate (alla presenza di ungulati, ndr), tendono a sparare soprattutto agli ambiti maschi, magari nel caso dei cervidi per i bei palchi, lasciando andare le femmine e quindi non affrontando alla radice il problema della sovrappopolazione».

Qualunque siano le cause, afferma Orlandini: «occhio, perché se si continua così, alla fine il prelievo selettivo finirà tutto in mano ai soggetti preposti alla vigilanza richiamati dall’art. 51 della legge quadro regionale sul prelievo venatorio (L.r n.3 del 1994, ndr)».

Orlandini coglie l’occasione di questa controversia per segnalare un caso emblematico dell’emergenza ungulati in agricoltura a Pistoia e anche di alcune inefficienze e ritardi nell’applicazione delle leggi venatorie regionali. L’azienda vivaistica Magni Piante, che da anni vede le sue piante ornamentali della porzione situata nei pressi del casello autostradale danneggiate da caprioli, per un danno totale dal 2011 a giugno 2016 intorno ai 10 mila euro, ha chiesto lo scorso giugno, tramite gli uffici di Cia Pistoia, un intervento di contenimento degli ungulati a tutela delle colture ai sensi dell’art. 37 sul controllo selettivo della fauna selvatica con metodi ecologici previsto dalla legge regionale 3/94. In seguito alla richiesta, l’azienda ha ricevuto la visita di un tecnico incaricato, che ha confermato la presenza dei danni. Tuttavia, ad oggi, non è stato ancora fatto nessun intervento di contenimento degli ungulati e l’azienda registra il costante aumento dei danni e del numero dei caprioli. Tanto che Cia Pistoia, a inizio di questa settimana, ha dovuto inviare una comunicazione di sollecito agli organi competenti per provvedere all’intervento richiesto.

Cia Pistoia

 

Comunicato stampa