Pubblichiamo l’articolo inviatoci dal sig. Lorenzo Puccinelli Sannini, segretario dell’associazione Italia Domani augurandovi una buona lettura :

“Ho letto oggi sul sito “www.ilgiornale.it” l’articolo di Nino Spirlì intitolato “Bergoglio, go home!”.
L’articolo, come tutti quelli di Spirlì, è scritto in uno stile virulento, irrispettoso, agressivo che a molti, sopra tutto ai cattolici particolarmente osservanti, potrà forse dare fastidio. Tuttavia contiene, a mio avviso, alcune fondamentali verità. In sostanza il giornalista rimprovera a Papa Bergoglio la sua eccessiva disponibilità nei confronti della religione islamica e dei musulmani, la sua apertura indiscriminata verso una immigrazione incontrollata e la sua presunta indifferenza nei confronti della difesa dei cristiani perseguitati in tutto il mondo. Infine gli contesta la recente dichiarazione in cui Bergoglio afferma che tutte le religioni sostengono i principi di pace e di amore reciproco.
In effetti questa affermazione non è corretta: tutte le religioni sono fondate sulla pace e sull’amore, eccetto quella islamica. Questa non è un opinione, è una realtà. Basta leggere la sura n. 47 al versetto n. 4 per rendersene conto. La religione islamica, in alcune condizioni, accetta e fomenta addirittura la violenza e l’omicidio in nome della fede. Bergoglio ha dichiarato che la guerra attualmente in corso e che lui stesso ha definito parcellizata, non è una guerra di religione. Ma allora è lecito chiedersi che tipo di guerra sia quella in cui si sgozzano i sacerdoti cristiani al grido di Allahu Akbar!
Coloro che difendono la posizione buonista di Papa Francesco, ricordano come anche Pio XII, nel corso della seconda guerra mondiale, evitò sempre di pronunciare una condanna esplicita degli orrori commessi dal nazismo, allo scopo di non peggiorare, ammesso fosse possibile, la persecuzione contro gli ebrei. Ma in questo caso la situazione è diversa: la guerra non è ancora scoppiata ufficialmente e forse potrebbe ancora essere evitata se i responsabili della difesa italiana ed europea, compreso lo stesso Bergoglio, difensore si suppone del Cristianesimo, assumessero un atteggiamento diverso e applicassero provvedimenti diversi, adoperandosi in primo luogo per garantire la sicurezza dei loro popoli e dei loro fedeli.
Sembra invece che i signori di cui sopra ed anche Papa Francesco si siano dimenticati di un pezzo di storia, tra l’altro di storia recente. Se, poco dopo il Trattato di Monaco e la conseguente invasione dei Sudeti da parte dell’esercito tedesco nel 1938, al primo ministro britannico Neville Chamberlain sostenitore, in nome della pace a tutti i costi, della politica dell’appeasement, termine che tradotto significa “pacificazione a costo di qualsiasi rinuncia”, fosse subentrato un Winston Churchill, uomo di ben altra tempra, il mondo avrebbe evitato la seconda guerra mondiale e 50 milioni di morti, perché nella primavera del 1938 la Germania non era pronta per sostenere una guerra ed un attacco congiunto delle forze inglesi e francesi avrebbe spazzato via facilmente Hitler e il Nazismo.
Oggi ci troviamo in un momento storico simile a quello appena ricordato, ed i responsabili delle Nazioni europee, Papa Bergoglio compreso, stanno ripetendo gli errori di ieri: in nome della pace e di una dubbia volontà di integrazione, stanno attuando nuovamente la politica dell’appeasement, rinunciando alla loro identità, alla loro fede, alle loro tradizioni, nella speranza che un nemico ideologicamente superiore e fra breve anche numericamente competitivo, per qualche incomprensibile ragione rinunci ad una sicura vittoria.
Forse c’è solo da sperare nel sorgere di un novello Churchill e che magari Benedetto XVI cambi idea e torni sul soglio pontificio”.

Lorenzo Puccinelli Sannini