Ottima notizia su il Tirreno che riportiamo di seguito, nella quale il giornalista Luigi Spinosi ci informa, dopo decenni di stallo, del progetto del nuovo parco di Pinocchio a Collodi che vedrà un investimento previsto di 300 milioni di euro e 5 anni di lavori su un’area di oltre 60 ettari con grandi ricadute turistiche ed occupazionali sul nostro territorio.

“Un progetto da 300 milioni, da realizzarsi in meno di 5 anni, da sviluppare su una superficie di 60 ettari, capace di portare tre milioni di turisti all’anno e in grado di creare un migliaio di posti di lavoro diretti e altrettanti, a stare bassi, indiretti. Questi i numeri del progetto “Pinocchio 2020”, presentato due giorni fa a Firenze. Un nome dal doppio significato: da una parte una rivisitazione del personaggio di Collodi (vedi articolo sotto) adeguato al 21° secolo (nessuno scandalo, non è la prima rivisitazione del personaggio, basti pensare al burattino in chiave tirolese della versione Disney). Dall’altra un significato più prosaico: il 2020 dovrà essere l’anno in cui aprirà i battenti il parco dedicato appunto alla figura di Pinocchio.

Un sogno vecchio, ma con un progetto del tutto nuovo. Niente a che vedere con il più volte annunciato “Parco europeo degli Amici di Pinocchio”, il parco che evrebbe dovuto rappresentare un’estensione dell’attuale parco in direzione della Lucchesia. Sarà sì un parco di divertimenti, ma che si svilupperà sulla collina opposta, quella che guarda verso Pescia, in direzione Marzalla.

«Sarà un’estensione dell’attuale parco», come spiega Federico Incerpi, l’imprenditore che attraverso la società Metamorfosi porta avanti il progetto. E che estensione verrebbe da dire, visto che l’attuale parco dedicato al burattino misura poco più di un ettaro, mentre quello che si andrà a realizzare sarà oltre i 60. E sarà un parco dove la figura di Pinocchio diventerà testimonial di momenti di gioco e divertimento, un po’ come avviene per Paperino e Topolino a Disneyworld. Un parco di natura diversa dall’attuale (che, anche se spesso ce ne dimentichiamo, è un parco artistico che con una forzatura – nemmeno troppo riuscita – è stato interpretato negli anni come un parco ludico). «In realtà ci sarà un’integrazione tra i due parchi– spiega Incerpi – fino a diventare uno solo. Abbiamo anche il sostegno della Fondazione Collodi (che gestisce appunto l’attuale parco ndr)».

Ma un progetto del genere non è un po’ troppo ambizioso? «È indubbiamente un’opera complessa che richiederà un grosso sforzo. Ma abbiamo una base importante: siamo già proprietari dell’intera area, esiste il piano di indirizzo territoriale, abbiamo le idee. Adesso aspettiamo solo lo strumento urbanistico per partire. E comunque, nell’attesa, non perdiamo tempo, e facciamo conoscere il nostro progetto. A questo serve il roadshow internazionale». Show itinerante che, anche questo è importante, potrà magari attrarre anche ulteriori investitori”.

Se son rose fioriranno…

Fonte : Il Tirreno