Pubblichiamo l’ intervento del  Cipes, Centro d’iniziativa politica economica e sociale di Pistoia, a sostegno della proposta di riforma del Senato presentata da alcuni parlamentari Pd con primo firmatario il senatore pistoiese Vannino Chiti.

 

“Il Cipes, Centro d’iniziativa politica economica e sociale di Pistoia ha dedicato una delle sue periodiche riunioni all’esame delle proposte di legge di riforma costituzionale presentate di recente all’attenzione del Parlamento. Innanzitutto, il Cipes ritiene che si debbano respingere i toni ultimativi e da ultima spiaggia usati dal presidente del Consiglio Renzi e dal ministro delle Riforme istituzionali, Boschi, del tipo: “O passano le riforme, o ce ne andiamo”.

Sono atteggiamenti inaccettabili. Noi lo ribadiamo: l’Italicum e la riforma del Senato proposti dal Governo Renzi non ci piacciono perché limitativi delle articolazioni sulle quali poggia lo Stato democratico e la nostra Costituzione. Ben diverso giudizio, ci sentiamo di poter dare nei confronti delle proposte di riforma costituzionale presentate dalla senatrice a vita Elena Cattaneo e, come primo firmatario di un nutrito gruppo di senatori del Pd e non solo, dal senatore Vannino Chiti.

La strada indicata da quest’ultimo è quella giusta, dal momento che unisce le esigenze di modernizzazione delle istituzioni, snellendo il processo decisionale, e di riduzione dei costi della politica, con il mantenimento della centralità delle Camere consono ad una democrazia parlamentare qual’è la Repubblica italiana, evitando così una sua strisciante trasformazione di fatto in presidenziale.

Il ddl Chiti dimezza infatti gli attuali 630 deputati e riduce a 100 i senatori rispetto agli attuali 315, oltre ai 6 eletti nelle circoscrizioni estere. La previsione dell’elezione dei senatori su base regionale, poi, garantisce una rappresentanza aggiuntiva dei territori. Inoltre ogni regione potrà ridurre il numero dei propri componenti del Consiglio di un numero pari a quello dei senatori eletti nella regione. La diminuzione dei costi della politica, è evidente e superiore a quelli della riforma Renzi.

La proposta dunque mantiene il diritto di elezione dei senatori in capo ai cittadini, evitando cumuli di cariche sullo stesso rappresentante fonte di possibili conflitti d’interessi, pur differenziando ruolo e compiti delle due Camere permettendo così comunque di snellire il processo decisionale, perché abolisce il bicameralismo perfetto, da tutti ritenuto giustamente come superato ed ormai anacronistico”.

Comunicato stampa