Il tribunale di Firenze ha condannato il sindaco di Pescia Oreste Giurlani a 6 anni e sette mesi per i reati di peculato ed abuso di ufficio  nel processo che lo vedeva imputato in qualità di ex presidente di Uncem  Toscana, disponendo nei suoi confronti anche la confisca di beni per un’importo di 580.000 euro e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici con la trasmissione della sentenza al Prefetto di Pistoia affinché valuti un’eventuale sospensione dall’incarico di sindaco. Giurlani è stato invece assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di traffico di influenze.

Secondo quanto accertato dalla finanza, tra il 2005 e il 2016 Giurlani si sarebbe appropriato di denaro appartenente all’Uncem, ‘autoliquidandosi’ oltre 300mila euro senza alcuna giustificazione di spesa e altri 240mila creando giustificazioni contabili fittizie. Inoltre avrebbe ricevuto dall’Uncem compensi per 143.000 euro per  compensi per consulenze da lui effettuate a seguito di incarichi autoconferiti.

A questa sentenza di primo grado, per cui gli avvocati del sindaco Giurlani, richiederanno un ulteriore giudizio ricorrendo in appello, sono seguiti due comunicati stampa, da noi pubblicati, uno del sindaco stesso e uno degli assessori della sua giunta che, ribadendo la fiducia del suo operato, evidenziano come nessuno può essere giudicato colpevole prima dei tre gradi di giudizio e di essere certi ” che il tempo, così  come è accaduto a tanti altri politici che hanno avuto il medesimo percorso, confermerà la correttezza del suo operato”.

Questa condanna di primo grado apre scenari nuovi per quanto riguarda il Comune di Pescia. Se il Prefetto di Pistoia disponesse la sospensione del Sindaco dovrebbe subentrare al suo posto il vice sindaco, dott.ssa Guja Guidi, e l’amministrazine potrebbe procedere andando avanti salvo una sfiducia del consiglio comunale.

Il sindaco Giurlani, già esponente del Pd, alle scorse elezioni del 25 giugno 2018, presentandosi con 5 liste civiche dopo che lo stesso partito ne aveva prese le distanze, dopo l’arresto  del 1 giugno 2017, fu eletto con un’alta percentuale di voti e ha dato prova di grande attivismo sia nel volontariato (è stato anche presidente provinciale della Croce Rossa da cui si dimise per incompatibilità tra le due cariche) sia come amministratore con un notevole presenzialismo.

Dall’opposizione alcuni esponenti si domandano se non fosse stato meglio mettersi da parte in attesa dell’esito definitivo del processo e se Giurlani, da molti anni politico di professione, non facesse parte di quel sistema di potere egemone della sinistra che governa la Regione Toscana ininterrottamente da 50 anni.

Non entriamo nelle polemiche e attendiamo che la Giustizia faccia il suo corso sancendo definitivamente se Giurlani sia davvero innocente, come lui proclama o meno;  certo è che questo avvenimento produrrà un vero terremoto politico a Pescia dal quale potrebbero uscire nuovi scenari, al momento ancora nebulosi.

ilp