Ancora una proposta concreta per il territorio pesciatino.
Occorre terminare la procedura per rendere i terreni incolti e abbandonati disponibili a terzi che intendano prendersene cura. Saranno numerosi i benefici per il nostro territorio.

L’attività agricola rappresenta non soltanto un settore economico di primaria importanza, ma anche un presidio di contrasto ai fenomeni di abbandono del territorio. Tra le priorità espresse nel programma elettorale della coalizione civica di centrosinistra che sostiene il candidato a sindaco Riccardo Franchi, un punto di rilievo che riguarda proprio il tema dell’agricoltura è il perfezionamento della procedura di ingresso nella Banca della Terra. Alcuni Comuni, come Uzzano e Quarrata, negli anni scorsi hanno concluso questo percorso: occorre che anche Pescia faccia lo stesso.

Un inventario dei terreni – compresi quelli incolti o abbandonati – di proprietà pubblica e privata, che possano essere messi a disposizione di terzi tramite operazioni di affitto o di concessione: è la Banca della Terra istituita dalla Regione Toscana e gestita dall’Ente Terre Regionali.

Per cercare di arginare il fenomeno del “ritiro” dei campi dalla coltivazione, la Regione Toscana ha approvato il Regolamento per il riuso dei terreni incolti o abbandonati, in base al quale i Comuni sono tenuti a realizzare un censimento delle aree presenti sul loro territorio al fine di renderli disponibili a coloro che ne faranno richiesta per la coltivazione. La procedura di censimento è lunga e richiede l’espletamento di un iter burocratico attento: solo al termine di tutto il percorso i Comuni possono inserire l’elenco definitivo di tali terreni nella Banca della Terra, rendendoli disponibili agli interessati alla coltivazione. Ovviamente la proprietà non viene intaccata: il terreno è ceduto in uso (dietro rimborso di un indennizzo) per gli anni previsti dal Piano di coltivazione che il richiedente presenta, ed entro un massimo di quindici anni. E’ un modo, questo, anche per responsabilizzare i proprietari dei terreni: un terreno abbandonato crea problemi di dissesto idrogeologico, di maggiore rischio di incendi, di proliferazione incontrollata della fauna selvatica.

La Banca della Terra è attiva in Toscana dal 2013 ma il Comune di Pescia, che non ha concluso la procedura di censimento, non ha mai avuto una mappatura dei terreni abbandonati da inserire sul portale regionale della. Occorre quindi, in collaborazione con l’Ente Terre Regionale, concludere il censimento dei terreni abbandonati per offrirli in ambito locale a chi ne abbia necessità.

La Banca della Terra rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali, favorendo l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo e forestale. Potrà anche salvaguardare la biodiversità, tutelando il paesaggio e la risorsa forestale, prevenendo i dissesti idrogeologici, valorizzando i terreni pubblici e privati attraverso un loro uso produttivo.

Dal 2013 la Banca della Terra ha già messo a disposizione oltre ottanta lotti di terreni e fabbricati, per una superficie di quasi quattromilacinquecento ettari di terreno, ripartiti fra castagneto da frutto, bosco, oliveto, pascolo, seminativo, ed oltre cinquanta fabbricati, in molte aree della regione e ricadenti in diversi complessi forestali. Siamo convinti che potrà portare grandi benefici anche nel pesciatino: per questo rientra a pieno titolo fra le nostre priorità.

 

Riccardo Franchi, candidato a sindaco di Pescia

Comunicato stampa