“Alla luce di quanto si è verificato nel Consiglio Regionale di martedì 12 marzo, quando il Partito Democratico ha portato in aula l’ennesima modifica della legge urbanistica 65 del 2014, la Marson, che comporta alcune semplificazioni per quanto riguarda la conferenza di copianificazione, ma che non risolve i problemi strutturali dell’impianto legislativo, come la tagliola delle norme di salvaguardia che scattano dopo tre anni e che mettono in crisi gli enti locali, aziende e cittadini, diventa sempre più urgente pensare a una complessiva riforma delle norme urbanistiche regionali”.
Nel corso del dibattito, il consigliere regionale Alessandro Capecchi di Fratelli d’Italia ha elencato tutte le problematiche che i professionisti e i tecnici comunali devono affrontare a causa del doppio livello di pianificazione che la legge prevede e che comporta tempi lunghi e procedure complicate. Alla fine c’è stata l’astensione sul provvedimento.
“Nella piattaforma programmatica del centrodestra per le prossime elezioni regionali, sarà questo uno dei punti qualificanti : semplificare le procedure, ridurre a un solo passaggio pianificatorio lo strumento urbanistico e sfrondare molti aspetti che appesantiscono l’applicazione delle norme. Ce lo chiedono i professionisti, i funzionari comunali, lo apprezzeranno aziende e cittadini. Del resto, che la legge urbanistica non funzioni lo dicono i fatti, visto che la maggioranza ha presentato per la ennesima volta all’approvazione un tentativo di semplificazione di una legge complicata e molto dirigista “.

In particolare , Capecchi aveva presentato in commissione piu emendamenti eliminare o almeno estendere il termini di (soli) tre anni previsti per la pianificazione , ovvero il completamento del piano strutturale e del piano operativo.

“La doppia pianificazione- conclude Alessandro Capecchi- comporta ritardi anche perché i comuni non riescono a rientrare in questi termini e una prima, importante apertura poteva essere l’accoglimento della nostra semplice richiesta, che tende a scongiurare che i termini di salvaguardia scattino troppo velocemente determinando , di fatto, il blocco dell’attività edilizia sul territorio, con tutte le conseguenze in termini di blocco dello sviluppo e mancato incasso degli oneri di urbanizzazione. . Allungare questi termini, anche progressivamente come ipotizzava l’emendamento che non è stato accolto, potrebbe controbilanciare la grossa confusione creata in questi anni a causa di modifiche e cambiamenti, (che poi cadono sui molto regolamenti attuativi della legge) che hanno disorientato gli operatori del settore edilizio piuttosto che agevolarne il compito”.

Comunicato Stampa Gruppo Consiliare FDI

Comunicato stampa