La pala d’altare di Raffaello, la Madonna del Baldacchino, è tornata dopo oltre trecento anni da Palazzo Pitti a Pescia, la città dove si trovava fino alla fine del Seicento. Dopo l’inaugurazione della mostra di sabato 6 maggio (dove potrà essere visitata gratuitamente solo per questa giornata mentre per le altre ci sarà un biglietto d’ingresso),sarà eposta fino al 30 luglio 2023 nella Cattedrale di Pescia, dove dialogherà con la copia commissionata al pittore fiorentino Pier Dandini. L’iniziativa è un progetto speciale nell’ambito degli Uffizi Diffusi: a sostenere e finanziare interamente l’ambiziosa operazione è la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Realizzata da Raffaello tra il 1506 e il 1508 su commissione della famiglia Dei, la grande pala era stata concepita per la Chiesa di Santo Spirito a Firenze, dove però non andò mai. Ne venne in possesso, non molti anni dopo, il suo amico ed esecutore testamentario Baldassarre Turini (1481-1543), alto prelato della Santa Sede nel primo Cinquecento nonché esponente di spicco della comunità pesciatina.

Arrivato nella città della Valdinievole, il dipinto fu posto in Duomo, sull’altare della cappella-mausoleo dei Turini che lo stesso Baldassarre aveva fatto erigere tra gli anni ’30 e ’40 del XVI secolo anche per accogliere degnamente la pala dell’Urbinate. La Madonna del Baldacchino vi rimase per un secolo e mezzo, fino al 1697: in quell’anno fu acquistata dal Gran Principe Ferdinando de’ Medici, che la riportò a Firenze nella reggia di Palazzo Pitti, sua attuale sede, dove è esposta tra i capolavori della Galleria Palatina. Nel Duomo di Pescia fu collocata la copia dipinta da Pier Dandini: anche questo dipinto è stato nei mesi scorsi sottoposto a controllo e restauro, in preparazione della mostra lo vedrà a confronto con l’originale di Raffaello.

La pala sarà visitabile presso la Cattedrale della Città, dal 6 maggio, al 30 luglio 2023.

ilp