Nuovo appuntamento con “Un mare di libri”,  l’interessante kermesse letteraria che vede coinvolti autori di racconti, romanzi e saggi.  Sulla terrazza del bagno Venezia potremo ascoltare  Daniela Donatella Pieruccini, autrice di “Se fosse un giorno sarebbe giovedì” (L’Erudita), Michele Cecchini “Il cielo per ultimo” (Bollati Boringhieri), Bettina Bartalesi “Luce” (Edizioni Clown Bianco), Marco Ferri “Firenze in festa – Le tradizioni popolari fiorentine” (Angelo Pontecorboli Editore), Pino Marchini “Castelnovesi nella prima guerra mondiale” (Edizioni Cinque Terre).   Conduce Demetrio Brandi.   A seguire aperitivo per tutti insieme agli autori.

 

Daniela Donatella Pieruccini  presenta  “Se fosse un giorno sarebbe giovedì”  (L’Erudita).   I racconti presentati in questa raccolta ruotano tutti intorno a momenti rilevanti della vita dei protagonisti che si trovano a ripercorrere snodi significativi della propria esistenza e ad affrontare pensieri ineludibili per quanto dolorosi, in un faccia a faccia continuo tra presente e passato. Non si tratta di una rassegna di storie e situazioni che impongono una scelta, non ci sono seconde possibilità, i personaggi non vengono posti davanti a un bivio: Se fosse un giorno sarebbe giovedì è un momento di rivelazione, per ognuno di loro. La vita è andata avanti ma non abbastanza da non poterne modificare la rotta e ricalcolare un percorso che si fa viaggio interiore, per acquisire coscienza e consapevolezza del proprio vissuto. Che sperimentino un tuffo nel vuoto o un viaggio nel tempo, i personaggi descritti da Daniela Donatella Pieruccini, con linguaggio intimo e un tono spesso disincantato, sentono di non potersi sottrarre al bisogno di autenticità, anche a costo di immergersi nell’oscurità dei propri abissi, per dare un senso al proprio futuro.

 

Marco Ferri  Firenze in festa  “Le tradizioni popolari fiorentine” (Angelo Pontecorboli  Editore) Un libro dedicato alle festeche alla tradizioni popolari che ancora vivono tra noi?

Certo non è il primo, e sicuramente non sarà l’ultimo. Perché ogni epoca ha il suo rapporto col passato: ora più stretto, ora più morbido…
Ma Firenze è cosa a sé e queste pagine cercano di “fotografare” un’epoca in cui Firenze celebra il proprio passato lungo un programma anche ricco, ma talvolta un po’ troppo libero, con poco rispetto. E questo non giova, perché se rievocazione dev’essere, che lo sia fino in fondo. In questo quarto libro dedicato a Firenze l’autore torna a uno dei suoi primi “amori”: le feste e le tradizioni popolari.
Il tema era già stato affrontato su base regionale nel 2006. Adesso l’autore si limita a Firenze, la sua città natale che non smette di rievocare e tenta di non perdere il contatto con la propria memoria, anche se le distorsioni della storia sono sempre possibili, ancorché evitabili.
In qualche caso è un personale viaggio nella memoria, in altri invece riemergono sensazioni provate durante gli oltre 30 anni trascorsi a sfilare per le vie di mezzo mondo col Giglio rosso sul petto, come parte integrante del corteo del Calcio Storico, oggi Corteo della Repubblica Fiorentina. Alla fine del lavoro di redazione del libro emerge l’idea di una città che vive da sempre in perenne bilico tra eventi religiosi e eventi pagani, i quali conservano gelosamente, oltre a una generale condivisione di sentimenti d’appartenenza, anche l’eterno ciclo della vita, appuntamenti che si sommano, si legano, si mischiano e si confondono per offrire, a chi ha la pazienza e il privilegio di assistervi o prendervi parte, sensazioni uniche e irripetibili.

 

Michele Cecchini “Il cielo per ultimo” (Bollati Boringhieri). Si chiama Emilio Cacini ma tutti lo conoscono come Soldo di Cacio perché è basso e goffo. La sua vita è sempre stata una storia semplice, di quelle senza aneddoti. Cacio è un uomo mite, insegna educazione artistica alle scuole medie e vive a Livorno, nel rione di Ardenza Mare.

Da sempre coltiva la passione per le immagini, tanto che spesso associa le situazioni che vive ai dipinti dei suoi pittori preferiti.

Vorrebbe tanto rivelare il suo segreto, che riguarda la relazione clandestina con Ilaria, una donna con un passato da brigatista, ma nessuno glielo chiede. Cacio ha un figlio, Pitore, un bambino che parla una lingua tutta sua, fatta di parole incomprensibili, inventate: folmedina, parassonio, golbetico…  Cacio sembra non farne un dramma e anzi si impegna a trovare forme di comunicazione alternative alle parole, nel tentativo di stringere un legame sempre più forte con suo figlio. Seppure disorientato, Cacio ha un mondo dentro di sé e va per la sua strada, ed è una strada gentile e allo stesso tempo forte nel passare attraverso la solitudine e nel creare armonia dalla disarmonia da cui si sente circondato. Nel tentativo di trovare una autenticità che vada al di là delle parole, Cacio sembra dire che il mondo può essere in tanti modi differenti, basta sapere inventarlo. Michele Cecchini ha un immaginario tutto suo. È un realismo magico, fatto di delicatezza, tenerezza e stupore per le cose. Scrive usando una lente speciale per guardare e raccontare il mondo, che vola leggero come in una bolla di sapone.

 

 

Bettina Bartalesi “Luce” (Edizioni Clown Bianco) – Bettina Bartalesi e Gianluca Di Matola danno vita a un’intensa storia di riscatto femminile e sociale.  Luce ha 13 anni nel 1978 e vede la realtà – quella degli anni di piombo, del rapimento di Aldo Moro, della condizione delle donne che sta lentamente cambiando – attraverso il filtro distorto della cittadina di provincia in cui vive.  La scuola, il bar Gioia, il market di Egidio e la sua famiglia (un padre nullafacente, una madre sottomessa e due fratelli sfaccendati) sono i punti cardine di un’esistenza in cui Luce fatica a trovare una dimensione.  Considerata strana dalla maggior parte delle persone, la ragazzina crea un legame profondo con Rosetta, la commessa del market che le offre la prima Coca Cola della sua vita, e con il “compagno Ivan”: sono loro la famiglia che Luce vorrebbe. Ma entrambi hanno alle spalle un passato oscuro, che condiziona drammaticamente il loro presente.

Pino Marchini  “Castelnovesi nella Grande Guerra” (Edizioni Cinque Terre)  In questa sua ultima creazione Pino Marchini si conferma, qualora ce ne fosse bisogno, appassionato cultore del suo territorio che in tutti i suoi lavori ha studiato e raccontato nei diversi aspetti: fisico – geografico, economico, storico, ma soprattutto antropologico, cioè umano, con lo studio di leggende e tradizioni.  Tutte queste sfaccettature sono inscindibili l’una dall’altra e sono compresenti in ogni opera del nostro autore così che ogni pubblicazione di Pino viene ad interessare e a soddisfare le tipologie più diverse di lettori, per non dire proprio tutte.  In questo testo Marchini affronta il tema della partecipazione dei giovani castelnovesi alla Prima Guerra Mondiale, la cosiddetta Grande Guerra. Già il fatto che questo sia l’unico conflitto nel corso di tutta la storia ad essere definito per antonomasia con quell’aggettivo inequivocabile è di per sé molto significativo. Dire però che in quest’opera Pino racconta la storia – le storie – di giovani, diciamo pure ragazzi, perché tali in effetti erano, spazzati via dalla folle tragedia della Prima Guerra Mondiale sarebbe assolutamente inesatto e fortemente riduttivo. Intanto certo l’autore parte da Castelnuovo, da quei ragazzi, ma il panorama si allarga ben presto per abbracciare la situazione nazionale ed anche internazionale del periodo.

A cura di LuccAutori – premio Racconti nella Rete.

Prossimo incontro

Giovedì 1 agosto ore 18.30 Festa per i 18 anni del premio letterario “Racconti nella Rete”.  Con Demetrio Brandi, presidente del premio, troviamo Elena Torre, Eleonora Sottili, Alice Cappagli, Elisa De Leonardis, Marta Borroni, Michela Rossi, Federica Politi, Giusi Scerri, Manuel Chiocca, Danilo Nucci, Federico Fabbri, Stefano Carlo Vecoli, Damiano Battistoni ed altri. Interviene  Cinzia Ciarmatori  autrice di “Un coniglio per amico” (Macro Edizioni).

 

 

Comunicato Stampa

 

 

 

 

Nella foto : Pino  Marchini