Sabato 20 gennaio, presso l’Archivio di Stato, Sezione di Pescia (Piazza XX settembre), si è svolto un convegno che ha fatto registrare l’attenta partecipazione di un pubblico numeroso giunto appositamente da diverse località. Il tema era difatti importante non solo per la cittadinanza, che ha il privilegio di poter conservare un fondo archivistico di rilievo, ma anche per una più vasta area di studiosi, in quanto Sismondi è considerato un ante litteram “cittadino europeo”. La giornata di studio era organizzata in collaborazione da due associazioni, quella di “Storia e Storie al Femminile”, sezione dell’Istituto Storico Lucchese, e quella di Studi Sismondiani, con la partecipazione dell’Archivio di Stato, nella cui sede è conservato il Fondo Sismondi, appartenente al comune di Pescia. Dopo il saluto della padrona di casa, la direttrice dott. Antonietta Saluzzi, e dell’architetto Claudia Massi, direttrice della Sezione Storia e Storie al Femminile, il convegno, moderato da Letizia Pagliai della Associazione di Studi Sismondiani, si è sviluppato attraverso le interessanti relazioni di Francesca Sofia, della Associazione di Studi Sismondiani, Vincenza Papini, della Sezione Storia e Storie al femminile, Silvia Bruti, dell’Università di Pisa e Luca Mannori, dell’università di Firenze, che hanno portato l’attenzione sui diari manoscritti ancora inediti della madre e della sorella dello storico Sismondi e su un’opera giovanile dello stesso autore, Il Cannocchiale, rimasta a lungo inedita e solo recentemente data alle stampe in un volume curato da Francesca Sofia e con una introduzione di Alessio Bini.

Focus del convegno la proposta di portare a pubblicazione anche sui diari femminili del Fondo Sismondi, sui quali si è centrata recentemente l’attenzione della università di Pisa che ha assegnato ad alcune laureande il compito di trascriverne e tradurne alcuni periodi. In questa ottica si è inserito anche il lavoro di tesi per la laurea magistrale svolto da Ivana Matić, presentato da Silvia Bruti e dalla stessa Matić, la quale ha le quali hanno reso partecipe il pubblico delle notevoli difficoltà e dei problemi che presuppone la trascrizione di testi di questo genere vergati per se stessi in una lingua non propria per motivi probabilmente di riservatezza.

Carte che comunque meritano di essere conosciute e ripagano la fatica che richiedono. Nelle conclusioni del Convegno si è parlato della elaborazione di un grande progetto editoriale da proiettare negli anni prossimi, nell’ottica di dare a queste carte femminili di due donne colte radicatesi a Pescia più di due secoli fa, lo spazio che meritano cominciando, da subito, con la pubblicazione di questa tesi magistrale.

Comunicato stampa