Pubblichiamo il comunicato stampa del dott. Fiuseppe Fiore, segretario provinciale de La Destra, concernente le problematiche del nostro ospedale Cosma e Damiano :

“Gli episodi-limite dell’Umberto I e del Cardarelli hanno acceso in questi giorni i riflettori dei media sulla situazione degli ospedali e in particolare, dei Pronto Soccorso. Situazione che in realtà si trascina da anni, si è incancrenita con la scellerata Riforma-Bindi (ricordiamo a chi fosse sfuggito che l’attuale Ministro della Sanità è stato il consulente “tecnico” della Rosy proprio per quella riforma) ed è diventata insostenibile negli ultimi tempi complice il momento recessivo.
Anzi La Destra ritene che l’esasperazione del problema negli ultimi mesi sia legato, in buona parte, ad un fattore psicologico: i cittadini in sempre maggiore difficoltà economica, tartassati da imposte crescenti, angosciati ormai anche per il presente oltre che per il futuro, stanno diventando sempre meno tolleranti nei confronti delle angherie e del mal funzionamento della pubblica amministrazione in generale e della sanità in particolare. Oggi mal sopportano quanto subito passivamente per anni, come gli operatori del settore che, non vivendo su Marte, oltre ad essere attanagliati dagli stessi problemi, spesso sono pure professionalmente sfiduciati e demotivati.
 
La “Rossa Toscana di Rossi” però non è certo un’isola felice nè tanto meno la provincia di Pistoia. Qui poi, in tempi di “vacche scheletriche”, si assiste ad una desolante guerra tra “più che poveri” tra gli ospedali di Pistoia e Pescia con un finale purtroppo già scritto a “vantaggio” del capoluogo. Il dramma però è che il nosocomio pesciatino probabilmente non verrà cancellato nè trasformato rimanendo “attivo” sulla carta ma sapientemente “svuotato” di tecnologie e professionalità con buona pace di chi ne avrà bisogno.
 
Dopo circa 15 anni di “prese in giro”, da qualche mese sono partiti a Pescia i lavori per un pronto soccorso quasi adeguato ad un paese occidentale (sperando arrivino a compimento in un tempo ragionevole) ma per il momento le immagini degli ultimi giorni ed i tempi non sono molto dissimili da quelli degli ospedali partenopeo e capitolino come verificato dall’Arma qualche sera fa. Con tutto ciò nelle ultime settimane cosa è saltato in mente a un qualche ”mega-dirigente-galattico” di Pistoia? Fare accompagnare i pazienti più gravi da trasferire in ambulanza ad altri ospedali per competenza dai medici ed infermieri del pronto soccorso in servizio. Perfetto, sono già in pochi rispetto agli accessi e si pensa bene di mandarli via per qualche ora così i pti si accumulano, i sanitari che restano schiattano e tutti rischiano: chi la pelle e chi il magistrato!! Tale situazione, se già problematica per il Pronto Soccorso di Pistoia, diventerebbe critica a Pescia dove i medici in servizio sono meno e non esiste reperibilità. Fortunatamente il fermento degli operatori dei due ospedali ha “allarmato” la  direzione che ha consigliato una più profonda riflessione al “colletto bianco” che avveva partorito la brillante idea.
 
Anche superato il Pronto Soccorso però i problemi non finiscono soprattutto per i pti afferenti alle Medicine. Infatti con dieci anni di razionalizzazioni ed ottimizzazioni delle risorse culminati con l’intensità di cure, tutti sinonimi di tagli, la carenza di posti letto è cronica e molto spesso i pti vengono eufemisticamente ”appoggiati” in altri reparti (ad es. a Pescia la Medicina, dalla fine dell’estate, avrebbe giornalmente una media di una decina di “appoggi”). Si tratta di pti “messi in un letto” dell’ortopedia o delle specialità chirurgiche spesso poste dalla parte opposta dell’ospedale rispetto alle Medicine quindi difficilmente raggiungibili dal personale medico pertinente, seguiti da personale sicuramente preparato ma abituato a pratiche, manovre, terapie ed esigenze di pti completamente diversi, molto meno avvezzo a determinate problematiche critiche ed alla loro gestione.
 
 Anche in questo, come in mille altri casi, però “tutto tace”, nessuno si permette di disturbare il Grande Timoniere alla faccia della tutela della salute dei pti e della professionalità degli operatori, anzi forse, in alcuni casi, alcune “ottimizzazioni” possono fruttare anche qualche premio di produttività consistente per i “mandarini” di viale Pertini, una “mancia” agli intermedi e qualche spicciolo a chi ci mette la faccia e qualcos’altro.
 
Molti erroneamente pensano di “salvarsi”, in caso di un qualche guaio, dichiarando di “obbedire ad un ordine” ma è un argomento che non è valso neppure a Norimberga e poi i medici non dovrebbero avere ancora un codice deontologico?!
 
Certo l’istituzione di un sistema feudale di distribuzione delle cariche, così come l’ha configurato la Bindi, ha fatto sì che molto spesso, anche se non sempre, a comandare sul campo siano arrivati gli Schettino, nella Sanità molto prima che alla Costa Crociere!”