Ha riscosso ampi consensi, il “valzer” di portate che ha posto sotto la lente d’ingrandimento della massima istituzione culinaria nazionale le “eccellenze” della tavola pesciatina.
Nella serata di giovedì 16 maggio, presso le ampie sale del ristorante “Il Fornello”, a Marginone (Lu), la delegazione fiorentina dell’Accademia Italiana della Cucina ha riservato un giudizio decisamente positivo a margine di una cena che ha posto in risalto l’asparago pesciatino, prodotto salito alla ribalta delle cronache culinarie nazionali grazie alle proprie caratteristiche, uniche in ambito nazionale.
 
“Un prodotto che non ha certo bisogno di presentazioni – ha commentato il segretario nazionale dell’Accademia della Cucina, Paolo Petroni – famoso ormai da anni per le sue dimensioni ma danneggiato dal dirottamento dell’attività locale verso la floricoltura. Il rammarico è profondo, per un prodotto d’eccellenza che, in altre zone d’Italia, viene curato maggiormente. Per la prima volta, dopo anni, abbiamo avuto l’occasione ed il piacere di riassaporare il vero asparago di Pescia, ormai destinato ad una produzione di dimensione familiare”.
 
Un prodotto di assoluta genuinità, rappresentato dal coltivatore pesciatino “per eccellenza”, Attilio Fabbri, premiato dall’Accademia Italiana della Cucina assieme a Gabriele Giuliani, gestore del ristorante ospitante: “Una tradizione centenaria, quella vantata dalla mia famiglia – ha raccontato Attilio Fabbri a margine del pregiato riconoscimento ricevuto –un’attività che, ormai, rimane destinata a soddisfare le esigenze familiari. L’asparago pesciatino non conosce sostanze chimiche e viene lavorato con materiale organico. L’eccellenza del nostro prodotto è legata alle caratteristiche del terreno, particolari che lo hanno reso famoso in tutta Italia, per le sue dimensioni. A rovinare tutto è stata l’importazione e la grande distribuzione: sono pochi i pesciatini che coltivano ancora, anche perché il consumatore predilige il prezzo alla qualità”.
 
Rammarico che trova ampio riscontro nei numeri espressi dal “giro d’affari” internazionale, con Messico, Perù e Cina a fare la voce grossa in tema di esportazione, quantificato in circa sei milioni di tonnellate solo per quanto riguarda il Paese dell’estremo Oriente. Numeri che, anche nel Nord Italia, non volgono a favore dell’attività pesciatina, con il culto dell’asparago concretizzato, solo nella provincia di Bolzano, in ottanta tonnellate di produzione.
Dati che, tuttavia, non intaccano minimamente la particolarità di uno dei prodotti più rappresentativi di Pescia, “osannato” dai massimi esponenti della cucina nazionale ed esaltato da caratteristiche che lo rendono unico.
 
“Una grande soddisfazione, il riconoscimento ricevuto dall’Accademia Italiana della Cucina – ha concluso Gabriele Giuliani, gestore de Il Fornello – per me che, da amante della cucina naturale e non troppo elaborata, ho avuto il piacere e l’onore di servire quella che rimane una vera e propria primizia. Il nostro asparago è servito solo con olio, sale e pepe, aceto o limone, a seconda dei gusti. Lo chiamiamo “al ladro”, il nostro asparago gigante, un piatto che non ha bisogno di grandi cose. Recuperare questa tradizione sarebbe molto gratificante per tutto il territorio”.
 
Alla serata ha partecipato anche l’imprenditore pesciatino Lorenzo Brandani, titolare di Brandani gift group. L’azienda, parte integrante del tessuto locale, è stata premiata quale realtà attenta alle problematiche della cucina italiana.
 
Nelle foto : il coltivatore Attilio Fabbri insieme a Gabriele Giuliani, gestore de “Il Fornello” .

Fonte: Mgt Comunicazione