Il mais è una delle principali vittime dell’eccesso di cinghiali…, in zone non vocate anche a Pistoia e dintorni. “In questi giorni le aziende agricole raccolgono il frutto delle semine di mais, e man mano che entrano negli appezzamenti scoprono che hanno lavorato per i cinghiali, che hanno devastato i campi, spiega Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Pistoia”.

Solo per fare un paio di esempi: Fattoria Il Cassero di Giovannetti Paolo: 20 ettari a mais, perdita stimata 70% della produzione media, che vuol dire 1400 quintali di granella di mais andata persa. Azienda Agricola  Cappellini Aleandro, 15 ettari seminati, analoghe perdite, ma in alcuni appezzamenti produzione azzerata. Si tratta di imprese che hanno seminato mais in zone non vocate alla presenza dei cinghiali tra Casalguidi, Quarrata e Pistoia.

La Fattoria Il Cassero ha anche attivato le procedure che permettono allo stesso agricoltore/cacciatore di poter intervenire direttamente, con il coordinamento della Polizia Provinciale, una misura interessante, ma la situazione in queste zone è tale per cui non è possibile contenere branchi di 30 o 40 animali che ad ogni ora della notte imperversano sui terreni coltivati.

 

“Il numero di cinghiali è così elevato che neppure le innovative misure predisposte da Regione Toscana riescono a scalfire il fenomeno. Quelli descritti sono solo la punta dell’iceberg dei danni prodotti dall’eccesso di ungulati –spiega Drigo-. in tutte le zone della provincia con peculiarità a seconda dell’altezza e delle produzioni agronomiche. Con conseguenze pesanti economiche dirette e indirette, e anche di altra natura”.

I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari – sottolinea la Coldiretti – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute.

“Per questo abbiamo deciso –conclude Gianfranco Drigo, direttore Coldiretti Pistoia-, per dare ancora più consapevolezza a cittadini e istituzioni dei tanti aspetti e danni prodotti dagli animali selvatici, di inaugurare la rubrica “Danno selvatico”, che metterà in luce cosa, dove e come l’eccesso di piccioni, cervi, storni, cinghiali,  daini, minilepri  produce effetti nefasti”.

 

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Comunicazione Coldiretti Pistoia

Comunicato stampa