Tra il 1897 e il 1899 l’incontro con le metope dei templi di Selinunte, il più importante complesso scultoreo del mondo greco occidentale, ha rappresentato per Libero Andreotti, che lavorava a Palermo come illustratore per l’editore Sandron, un’esperienza destinata a produrre effetti non transeunti sulla sua opera di artista. L’interesse per l’antico riaffiorerà infatti con evidenza nelle sue sculture degli anni attorno al 1910 e si consoliderà nel corso del decennio rivolgendosi non soltanto all’arte greca ma anche a quella etrusca, come è rilevabile nella gestualità di opere del biennio 1918-1919 quali Pesciaiolo, Bambina che gioca a Sassetto e Limonara. Per Andreotti, come per altri scultori italiani suoi contemporanei, il rapporto diretto con l’arte greca e etrusca si intreccia con quello mediato attraverso la rivisitazione dell’antico di grandi protagonisti della scultura toscana del Quattrocento come Donatello, Antonio e Bernardo Rossellino, Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Benedetto da Maiano. Il convegno Libero Andreotti e il rapporto con l’antico nella scultura italiana del primo trentennio del Novecento, in linea con l’impostazione del ciclo di convegni a periodicità biennale organizzati dal CeDACoT, inaugurato nel settembre 2020 dal convegno Libero Andreotti e il rapporto tra scultura e architettura nel suo tempo, prenderà in considerazione l’artista pesciatino come un testimone emblematico del proprio tempo e, rinunciando ad un taglio rigidamente monografico, punterà ad esaminare la sua opera nel contesto della produzione nazionale e internazionale contemporanea. Ambizione specifica di questo secondo convegno è quella di avviare una riflessione sul significato che ha avuto per la scultura in Italia il riferimento all’antico e di verificare, attraverso il confronto con le esperienze parallele di altri protagonisti quali Marino Marini e Arturo Martini, l’ipotesi che abbia inteso prefigurare la via italiana ad un primitivismo dalle radici autoctone, nel senso più ampio di ricollegamento a tradizioni rappresentate da un patrimonio scultoreo presente nel territorio nazionale, delineando una alternativa alla fascinazione per l’arte tribale africana che tra i connazionali ha trovato la sua espressione qualitativamente più alta nei volti scolpiti dal livornese,però di spiccata formazione artistica parigina, Amedeo Modigliani.

“Libero Andreotti e il rapporto con l’antico nella scultura italiana del primo trentennio del Novecento”
10 dicembre 2022, Gipsoteca Libero Andreotti, Pescia
Mattina
Modera Emanuele Pellegrini (Scuola IMT Alti Studi Lucca)
9.30 Saluti Oreste Giurlani (Sindaco della città di Pescia) – Claudia Massi (Responsabile Scientifico Musei Civici Pescia) – Ezio Godoli (Presidente Cedacot) – Cristina Pantera (Vicepresidente Fondazione Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia).
10.00 Marianna Torquati (Università di Bologna), Libero Andreotti e l’antico: memorie siciliane
10.30 Michela Valotti (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), «Col suo nitore di gipsoteca surreale». Libero Andreotti al Teatro d’Arte di Luigi Pirandello. Siparietto metafisico
11.00 Mauro Pratesi (Accademia di Belle Arti di Firenze), La gioia degli etruschi. Riscoperta, fascino archeologico, storico, artistico, letterario e di costume nell’arte italiana tra le due guerre.
11.30 Adriano Maggiani (Università Ca’ Foscari Venezia), “Io sono etrusco”. Marino Marini e l’arte Etrusca
12.00 Nico Stringa (Università Ca’ Foscari Venezia), Etrusco nel ’900? Arturo Martini e la terracotta
12.30 Annamaria Iacuzzi (Collezioni del Novecento, Pistoia Musei), Quale antico? Riflessioni a margine di alcune opere di Marino Marini conservate presso Collezioni del Novecento, Pistoia Musei
Pomeriggio
Modera Valentina Leonini (Soprintendenza Archeologica)
15.30 Emanuele Greco (Università di Firenze), “Da Roma a Boma”: l’arte negra nel dibattito critico intorno alla scultura contemporanea italiana nei primi anni Venti
16.00 Gianmarco Russo (Fondazione Marino Marini, Pistoia), Originalità di Bistolfi
16.30 Ettore Sessa, (Università di Palermo), Architettura e statuaria in Sicilia dal Modernismo al Novecentismo: l’Antico come modello declinabile
17.00 Eliana Mauro (Museo archeologico Antonino Salinas di Palermo, Regione Siciliana), Repertori e miti dell’antichità nei rilievi scultorei del Novecento siciliano.
17.30 Alessandra Carrubba (Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana della Regione Siciliana), La scultura “di bottega” a Palermo all’inizio del secolo breve

Claudia Massi
Comunicato stampa