Alla riunione del Gruppo di interesse economico “Vivaismo” regionale della Confederazione italiana agricoltori, in cui si è discusso su come affrontare gli sviluppi del caso Bruschi-Tesi, molte delle aziende vivaistiche di Cia, per lo più medio-piccole e pistoiesi, hanno segnalato una fase di crisi nel distretto ornamentale di Pistoia, che stride con i dati positivi sull’export distrettuale presentati alla “Serata del vivaismo”. Per “Cia Toscana Centro (Fi-Po-Pt)” la crisi creditizia conseguente a tale vicenda è pesante e si sta ripercuotendo anche sugli ordini. Evidentemente nella catena di filiera distrettuale c’è qualcosa che non va. E’ diventato necessario e urgente un tavolo di crisi con tutte le istituzioni a cui sia presente anche la Regione Toscana.  

 

Nonostante i dati leggermente positivi relativi alle esportazioni delle aziende vivaistiche pistoiesi nel 2017 e nel 1° semestre del 2018, diffusi ieri l’altro alla “Serata del vivaismo” dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, il distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia non sta affatto bene nel suo complesso e molte aziende parlano apertamente di crisi.

A sostenerlo è “Cia Toscana Centro (Firenze – Prato – Pistoia)” in seguito a quanto emerso durante la riunione del Gruppo di interesse economico (Gie) regionale “Vivaismo”, tenutasi ieri a Pistoia (al cui territorio provinciale appartiene la quasi totalità delle aziende vivaistiche toscane, e quindi anche di quelle aderenti a Cia). Un incontro in cui si è discusso in primo luogo di come affrontare gli sviluppi legali del caso Bruschi, ormai divenuto a pieno titolo caso Bruschi-Tesi, dopo l’apertura, anche nei confronti della Giorgio Tesi Group, di un’indagine per bancarotta fraudolenta in concorso e per frode fiscale in concorso. Problema (riguardante in generale un centinaio di piccole e medie aziende vivaistiche per un totale di quasi 10 milioni di euro di crediti) rispetto al quale Cia Toscana Centro, in linea con quanto dichiarato nei giorni scorsi alla stampa dal suo presidente Sandro Orlandini, ribadisce di voler attendere gli sviluppi giudiziari, ma stando sempre attenta e pronta a intervenire, laddove necessario, a tutela dei vivaisti creditori di Bruschi appartenenti a Cia.

Ma durante l’incontro, le segnalazioni dei vivaisti partecipanti hanno fatto capire a Cia Toscana Centro che il problema non è più circoscrivibile ai creditori di Bruschi (alcuni dei quali peraltro hanno già chiuso i battenti). E non si tratta soltanto del pur gravissimo ed evidente clima di sfiducia che si è diffuso tra le aziende del distretto ornamentale. Ormai molti vivaisti di Cia, per lo più piccole aziende o medie, registrano cali degli ordini, in particolare anche all’interno del distretto, da parte delle aziende più grandi di cui sono fornitori. Evidentemente qualcosa si deve essere rotto o non funziona più a dovere nella catena della filiera distrettuale del vivaismo pistoiese.

Pertanto Cia Toscana Centro chiede pubblicamente a tutte le istituzioni e in particolare alla Regione Toscana stessa di istituire un tavolo di crisi o almeno aprire un confronto serio e concreto per elaborare soluzioni in grado di ridare smalto al distretto, in modo che non sia solo una parte delle aziende, quella più attrezzata per dialogare in termini finanziari evoluti con il sistema bancario, a cavalcare positivamente l’onda dell’export. Cia Toscana Centro auspica inoltre che nel contesto di un intervento a sostegno del vivaismo pistoiese la Regione Toscana prenda in considerazione anche la questione del Cespevi, il Centro di sperimentazione per il vivaismo, che avrà senz’altro bisogno anche del suo supporto, quanto meno progettuale e tecnico-scientifico, per risollevarsi e rendersi utile al settore florovivaistico.

 

 

 

 

 

 

Comunicato stampa