Il grande caldo, i cinghiali, il cinipide del castagno, la concorrenza sleale di prodotti stranieri, spacciati come locali. La stagione delle castagne è in chiaro scuro a Pistoia. Con tanti fattori che condizionano la produzione di quello che era il principale alimento degli abitanti delle montagne.

I cardi sono ancora sugli alberi, i frutti si preannunciano piccoli e di buona qualità nel pistoiese, con un aumento del 20% della raccolta -spiega Coldiretti Pistoia-, dovuto all’efficace contrasto al cinipide del castagno” (contro il quale è stata avviata una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale). Il cinipide negli anni passati aveva ridotto la produzione locale del 90%. Ad impedire un più consistente recupero è stato il grande caldo estivo, così la produzione 2017 si attesta a circa la metà rispetto agli anni pre-cinidide.

Tanti i cardi sugli alberi ma i danni subiti dall’apparato fogliare degli alberi ad opera del cinipide, non ha permesso uno sviluppo consistente delle castagne.

I castagneti pistoiesi, comunque, avranno una produzione a macchia di leopardo: quelli in zone umide hanno aumentato la quantità di castagne maturate, al contrario di quelle troppo esposte al sole che hanno sofferto per la siccità.

Solo con le prossime piogge, che faranno cadere a terra le castagne, si vedrà quella che è effettivamente la produzione, che si preannuncia di buona qualità: l’estate asciutta ha tenuto bassa la produzione, ma ha anche impedito il sorgere di muffe dannose”.

E quando cadranno a terra, sarà una corsa contro il tempo: la raccolta deve essere effettuata rapidamente, prima che i tanti cinghiali facciano razzia di castagne nottetempo -spiega Coldiretti Pistoia-. Un produttore di castagne precoci ha visto in poche ore divorato da cinghiali il 50% del raccolto: si tratta di una perdita di soldi importante, visto che sul mercato sono quotate a 7-9 euro al chilo”.

Oltre a cinipide, caldo e cinghiali a rendere difficile la vita alla castanicoltura c’è la concorrenza sleale di prodotti stranieri ‘spacciati’ per locali. I dati produttivi di Pistoia sono in linea con i dati nazionali. Nonostante la ripresa, resta alto il rischio – continua la Coldiretti – di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Grecia. L’Italia, nel corso del 2016 ha importato oltre 36 milioni di chilogrammi di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolore.

Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o le sagre in programma in questi giorni in tutta Italia dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.

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