All’assemblea dei soci di ieri approvato all’unanimità il rendiconto consuntivo del 2018
Il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani: se dipendesse solo dal vivaismo l’acqua destinata alla potabilizzazione a Pistoia sarebbe di categoria migliore dell’attuale
Dopo aver ricordato le principali iniziative dell’Associazione da lui presieduta (nuovo ruolo di “soggetto referente” del distretto e Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile” a cui potrebbero andare i 4/5 dei fondi del bando regionale), Luca Magazzini ha sottolineato che gli ultimi dati Arpat sulle tracce di pesticidi nelle acque superficiali sono nettamente migliorati e che nelle acque sotterranee di Pistoia non ci sono presenze inquinanti riconducibili al vivaismo. Ed è in rampa di lancio un «vademecum di buone pratiche agricole che ridurrà l’uso del glifosate del 50/70%», ma è necessaria uniformità di regole urbanistiche e non solo nel territorio.

Entrate di cassa migliori di quanto preventivato per via anche di un incremento di quasi il 25% (oltre 9 mila euro in più) dei contributi associativi, grazie anche all’aumento del numero dei soci. Entrate da sponsorizzazioni significative, pari a circa il 43% in più dei contributi dei soci. E avanzo di cassa positivo.
Sono alcuni degli aspetti più rilevanti del rendiconto consuntivo di cassa dell’anno 2018 dell’Associazione Vivaisti Italiani, presentato ieri nella consueta assemblea dei soci di metà anno, tenutasi in via delle Ciliegiole presso Gea, dove ha sede, con regolare contratto d’affitto, anche l’associazione presieduta da Luca Magazzini, a cui aderiscono 215 aziende vivaistiche di tutte le bandiere agricole, di cui ben 198 della provincia di Pistoia. Un bilancio che ha consentito nel corso del 2018 di investire in attività di promozione del settore e di ricerca e sviluppo quasi 67 mila euro.
Ma l’assemblea, come ha ricordato Magazzini nella sua introduzione, è da sempre un momento d’incontro conviviale e di confronto di fine stagione fra gli operatori pistoiesi in cui si fa il punto generale della situazione. E a cui sono invitati anche rappresentanti istituzionali e autorità. Così ieri sono intervenuti all’assemblea, in ordine di intervento, oltre al presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Mati, che ha illustrato quanto si stia investendo in alcune città nord europee e del nord Italia piani verdi e acquisti di piante per fini ecologici, anche il nuovo questore Giovanni Battista Scali, il comandante dei vigili del fuoco Luigi Gentiluomo e il presidente della camera di commercio Stefano Morandi di Pistoia, oltre che il padrone di casa Giovanni Palchetti, presidente di Gea. E poi la senatrice Caterina Bini, i consiglieri regionali Massimo Baldi e Marco Niccolai, l’assessore comunale al governo del territorio Alessandro Capecchi e l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni. Con un ospite anche da fuori regione, Andrea Pellegatta, membro del consiglio direttivo di Assofloro, che da poco non è più Assofloro Lombardia perché diventata nazionale, e vicepresidente della Società italiana di arboricoltura.
Il presidente Luca Magazzini ha innanzi tutto ricordato le due iniziative principali dal momento dell’insediamento del nuovo consiglio direttivo dell’Associazione Vivaisti Italiani a ora: ad aprile, giusto in tempo per non sforare la scadenza prevista per l’aggiornamento alla nuova normativa toscana dei distretti rurali, l’assunzione del ruolo di “soggetto referente” del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia; e più di recente l’avvio del Progetto integrato di distretto “Vivaismo per un futuro sostenibile” in qualità di capofila nell’ambito di un bando regionale riservato ai distretti il cui budget, stando all’esito delle manifestazioni d’interesse, «dovrebbe essere assorbito per 4/5 dal settore vivaistico pistoiese».
Magazzini è poi intervenuto su alcune delle questioni calde del vivaismo pistoiese. «Ultimamente – ha detto – ci sono stati 5 o 6 convegni sul tema ambientale a Pistoia in relazione al vivaismo. Ma noi è da anni che siamo impegnati per trovare risposte innovative e metodologie produttive per ridurre l’impatto ambientale. E abbiamo predisposto un vademecum di buone pratiche agricole che, se eseguite correttamente, porteranno a una riduzione degli erbicidi e in particolare del glifosate anche del 50/70%. Ulteriori progressi arriveranno con il nuovo Pid. Però è necessaria anche una cornice normativa all’altezza per l’attivazione di queste nuove pratiche. C’è bisogno infatti di regole urbanistiche e anche sanitarie uniformi, almeno in tutti i Comuni all’interno del distretto. Senza queste certezze normative le aziende hanno difficoltà ad affrontare certi investimenti».
«Ma ritornando alla questione dei tanti incontri sulle problematiche ambientali del vivaismo – ha proseguito Magazzini – voglio ricordare che proprio in tali incontri sono emersi dati molto più positivi che nel passato, in particolare rispetto ai picchi del 2016 di glifosate e ampa nelle acque superficiali pistoiesi, e che fanno chiarezza su tanti pregiudizi che nel tempo si sono consolidati contro il vivaismo. Non c’è da spellarsi le mani di gioia e l’impegno verso l’eco-sostenibilità rimane tutto, ma sono dati significativi che è giusto che l’opinione pubblica conosca:
1) Non è ancora uscita la comunicazione ufficiale dell’Arpat, ma si è verificata nelle acque di superficie pistoiesi una chiara riduzione di presenze di sostanze attive riconducibili al vivaismo.
2) Nelle acque profonde non si registra la presenza di inquinanti derivati dal vivaismo, mentre si sono trovati inquinanti derivanti da altre attività. In altri termini, se l’acqua che viene potabilizzata prima di essere immessa nelle condutture che la portano nelle case è di 3 categorie (dalla A1 che ha bisogno di pochissimi trattamenti alla A3 che ne ha maggiore bisogno), ebbene quella del territorio pistoiese è di tipo A3, ma se fosse solo per le sostanze riconducibili all’attività vivaistica, la nostra acqua sarebbe della categoria A1.
3) Riguardo al rischio di mortalità per tumori nel nostro territorio, i dati dell’Asl dicono che la mortalità nell’area pistoiese è in linea con quella dell’area toscana della piana e migliore che nel Mugello, dove l’utilizzo di certi agrofarmaci usati nel vivaismo è quasi sconosciuto. Questo significa che li stiamo utilizzando bene e con cautela.
Tutto ciò, ripeto, senza inutili trionfalismi e mantenendo sempre alta la guardia».

Addetto stampa Lorenzo Sandiford
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