Quarant’anni dopo, il Pinocchio in carne e ossa ha ritrovato quello di legno. Andrea Balestri, che da bambino fu il protagonista dello sceneggiato di Luigi Comencini, qualche anno fa ha rintracciato il burattino usato nel film. Oggi lancia un appello: «Lo ha comprato un imprenditore francese, ma è un pezzo di storia del cinema italiano: facciamolo tornare a casa sua, a Collodi». Andrea Balestri oggi ha 49 anni, vive a Palaia (Pisa), lavora come impiegato in un’azienda e dirige una compagnia teatrale di non professionisti. Qualche anno fa ha contattato il pittore Oscar Tirelli, ideatore e proprietario del burattino usato da Comencini: «Ho scoperto che lo aveva sempre lui, così sono andato a trovarlo – racconta Balestri -. Lo teneva in garage, era un po’ malmesso. E’ stata un’emozione, come ritrovare il giocattolo preferito perduto chissà dove, come vedere i propri ricordi». Nei mesi successivi, Tirelli ha restaurato il burattino. Poi lo ha venduto a un imprenditore francese, che lo mette in mostra per manifestazioni e ricorrenze. «Quello è l’ultimo Pinocchio originale rimasto – spiega la compagna di Balestri, Cecilia Scicolone, che ha ricostruito la storia del burattino – Ne furono costruiti diversi con braccia, gambe e testa mobili, ma erano fragili e si rompevano. Di legno avevano solo l’anima, il resto era in resina e ferro. E ce n’era uno senza meccanismi, statico, che veniva usato per le scene in cui doveva stare immobile. Quello è a Milano, alla San Paolo Film. Degli altri, in Italia c’è solo una testa, esposta al Teatro Prati di Roma. L’unico esemplare integro sopravvissuto è in Francia. Sarebbe bello se tornasse a casa sua, a Pescia, nel parco di Collodi dedicato a Pinocchio».

Fonte : Il Tirreno