In Toscana non passa neanche il 40% delle domande presentate dai giovani agricoltori. È questa la notizia che apprendiamo con profonda delusione da fonti Coldiretti.

La Toscana, regione a vocazione prettamente agricola, con territori che la rendono unica e ricercata nel mondo come il Chianti, il Mugello, le Crete Senesi, la Val d’Orcia, la Maremma ecc, non investe nel futuro di un settore così fondamentale per l’economia regionale e nazionale.

Secondo i dati di Coldiretti, la Toscana non ammetterebbe infatti il 63% dei progetti di insediamento presentati dai giovani imprenditori. Soffermandoci sull’utilizzo dei fondi europei relativi al piano di sviluppo rurale (PSR) in Toscana occorre puntare l’indice contro uno degli aspetti che frenano maggiormente la nascita e lo sviluppo di nuove imprese agricole: la burocrazia.

“È inaccettabile – commentano i rappresentanti azzurri Giannelli e Galeotti che in una regione così fortemente vocata all’agricoltura d’eccellenza, i colletti bianchi rappresentino un freno allo sviluppo di nuove energie per la produzione agricola”.

L’indice è puntato contro l’assessore all’agricoltura regionale Remaschi. “Chi non ha mai lavorato in un campo o in una vigna non può conoscere quali siano le reali problematiche di chi vuol presentare una domanda di aiuti”.

Come sono scritti i bandi, le procedure telematiche necessarie alle compilazioni delle domande stesse, i farraginosi portali di Artea, degli ATC ed altri enti creati per depositare le domande di rimborsi, fondi e aiuti, sono questi alcuni dei principali ostacoli lamentati dagli agricoltori cui i responsabili di Forza Italia fanno eco.

Alla inefficienza di accesso alle risorse e alla scarsa risposta di assegnazione dei fondi si deve aggiungere l’incapacità di spendere i fondi europei da parte delle Regioni. 

In Italia ci sono ancora 38 miliardi di Fondi UE da distribuire sul territorio, che aspettano ovviamente adeguati progetti, una parte cospicua dei quali riguarda in Toscana il FESR (fondo europeo di sviluppo regionale).

“A rincarare la dose di difficoltà interviene poi la recente Legge di Bilancio dello Stato licenziata dal governo PD- 5 Stelle, che non lascia presagire purtroppo niente di buono. La legge infatti porta con sé la “Nuova Imu” che va a gravare anche sui fabbricati rurali strumentali, finora esenti dall’applicazione. Un aggravio ulteriore quindi per le imprese agricole, che potrebbe frenare il desiderio ed i sogni dei giovani di creare nuove attività imprenditoriali agricole”.

“Necessaria una decisa inversione di rotta che ci auguriamo – concludono Giannelli e Galeotti – possa partire dalla vittoria del centrodestra in Emilia Romagna e far soffiare un vento diverso anche in Toscana nel prossimo maggio”.

 

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Comunicato stampa